Blood and Sex.

Gintama//R-18.

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    Rating: Rosso
    Personaggi: Gintoki Sakata, Takasugi Shinsuke
    Anime/Manga: Gintama
    Genere: Erotico
    Note: Lemon, One-shot, Yaoi


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    Blood and Sex.





    In lontananza si sentiva il canto melodico e acuto di alcune cicale, probabilmente innamorate. Non c’erano persone per le strade di quella città, che pareva abbandonata a se stessa in una continua guerra universale. Ma lì, in quella stanza, dove le porte scorrevoli, erano spalancate, lasciando una suntuosa vista sul giardino verdeggiante, la guerra era solo tra due persone. Non era una guerra come le altre, non scorreva sangue a fiotti e le ferite non erano lasciate da lame luminose e splendenti, così taglienti da trafiggere anche un forte arbusto. Le cicatrici, i segni rosseggianti e i marchi rossi, sparsi sulla pelle pallida, erano stati lasciati da unghie e denti aguzzi. Sul pavimento in legno scuro, vi era solo un futon, con delle tuniche abbandonate poco lontane da esso. Più in là, verso la porta interna, due catane abbandonate a terra, entrambe sfoderate qualche minuto prima. E tra quelle coperte sfatte, non vi erano corpi vestiti, ma nudi e accaldati, presi in una continua lotta sanguigna e perversa.


    « Sei un maledetto sadico. » Mormorò una voce roca. Il tono era infastidito e quasi rabbioso. Non sopportava che l’altro, il tanto non voluto, ma ritrovato amante, gli ficcasse le unghie lunghe e ben curate, nelle scapole fin troppo delicate. Lo odiava. E sapeva che in quel momento sul suo volto, imperlato di sudore, vi era sorto un ghigno di divertimento e come amava definirlo Gin, di pura pazzia. Il terrorista per eccellenza, la mente più malsana e “satanica” del Giappone: Takasugi Shinsuke. Non ricordava come erano finiti a fare quelle cose, a prendersi avidamente e darsi piacere vicendevolmente. Ricordava però, che giusto un mese prima, quando tutto era iniziato, lui e Takasugi, volevano uccidersi a vicenda. Ovviamente tutta colpa di quella testa calda, che ora gli stava succhiando avidamente un lembo di pelle, nell’incavo tra il collo e la spalla. Sapeva fin troppo bene quanto, questo fosse pazzo, quanto la sua mente malata potesse fabbricare contro la sua innocua persona. Ma prendere il via di invadergli casa, distruggendo ogni volta un oggetto diverso, beh, questo era eccessivo! Ogni tanto gli erano pure arrivati messaggi su cartaceo, con indicazioni, su dove, lui, sarebbe dovuto andare, con tanto di orario prestabilito. Gin, ovviamente, o forse no, si era recato sempre a quegli appuntamenti. Il motivo? Non lo conosceva nemmeno lui. Non era frustrato sessualmente, non ne aveva motivo. Aveva liquidato quella domanda, che lo aveva puntellato per giornate intere, con una semplice e insulsa risposta: Noia.


    Si, la sua vita da tutto fare a quanto pareva, non era abbastanza movimentata per i suoi gusti. In realtà, era tutto masochismo quello. Puro, semplice e devastante masochismo. Non poteva negarlo, ma non poteva nemmeno ammetterlo, o meglio, non lo avrebbe mai ammesso, soprattutto a se stesso. L’idea di farsi piacere tutto quello che faceva con l’altro, era la cosa più atroce e terrificante che ci poteva essere. In quel momento, tanto per cambiare, Takasugi gli era sceso in mezzo alle gambe, andando a suggere con avidità la sua erezione tesa e pulsante. Gli occhi di Gin erano socchiusi, mentre una mano era scivolata tra i capelli lisci e scuri, afferrandoli con forza delicata. Dava ritmo calzante e veloce a quel movimento continuo. Si lasciava sfuggire sospiri e ansiti, mentre piano piano, il piacere arrivava al culmine. La lingua calda che gli avvolgeva parte dell’asta, che avida si spingeva fino alle pareti della gola, strusciando tra quelle labbra morbide e umide.


    « Staccati! » Gli ordinò con voce roca, sentendo il piacere arrivar al culmine e no, non si sarebbe mai permesso di venire così, nella bocca calda e invitante dell’altro. Takasugi però, non era un cane e la sua mente gli impediva, se non gli vietava, di farsi dare ordini dall’altro. Continuò a pompare veloce sull’asta, che già si stava imperlando di liquido biancastro e denso. Ignorando così, gli strattoni e i ringhi perpetui dell’albino, che notando la sua stupidità acuta del terrorista si lasciò andare, riversandoglisi in gola. Si rialzò dalla sue gambe, andando subito a incatenare il proprio sguardo con quello tagliente e ancora avvolto di piacere di Gin. Si leccò le labbra sporche, come a voler evidenziare il suo stato decerebrale. Lo guardò languido, malizioso, ma per Gin era solo impazzito. Gattonò fino a raggiungerlo, fino ad arrivargli a un soffio dal volto, facendo scivolare la lingua sopra il labbro inferiore del tutto fare, per poi sporsi e addentarglielo con forza. Gin se lo scansò subito dal volto, con una mano, spingendolo per terra. Intanto un rivolo di sangue colava sulla pelle liscia del mento. Gin si leccò velocemente il labbra martoriato, per poi guardare con rabbia il compagno, che tentava di rialzarsi e tornare all’attacco. Ma Gin, fu più veloce e lo sovrastò con forza, sbattendolo per terra con violenza. Takasugi cominciò a ridere forte, come se si stesse lasciando andare in una risata isterica e pazza. Lo odiava, odiava anche quella risata forte e acuta che lo irritava terribilmente.


    « Tu sei pazzo. » Gli si rivolse, per poi avventarsi su quelle labbra e far scivolare la propria lingua nella bocca calda e ancora pungente del proprio sapore. Sembrava volesse divorarlo, avvinghiarsi a lui come un predatore fa con la sua preda. Quel bacio durò a lungo, quasi da diventare corrosivo e asfissiante. Le dita affusolate del terrorista si intrecciarono a quella chioma bianca e riccioluta, stringendolo e attirandolo a se con più foga, fino a quando il predatore non ebbe bisogno di ossigeno. Entrambi ansanti si guardarono per qualche istante, finché Gin non sentì una molla dentro di se, scattare. Lo penetrò a freddo, senza una preparazione adeguata che le altre volte si era sempre curato di fare. Takasugi gridò dal dolore, trafiggendo le spalle del più grande, tirando indietro la testa e lasciandosi scivolare una scia umida dall’occhio destro. Ci fu un attimo di pausa, la tregua prima della tempesta. Lo sguardo di Taka andò a fulminare quello color magenta, perforandolo, andando poi a incontrare quella sostanza molliccia e grigia-meglio noto come cervello-.


    « Idiota. » Gli ringhiò contro, stringendo i denti e sentendo l’altro dentro di se, completamente. Invadente, forte, doloroso ed eccitante. Sul volto di Gin si formò un sorriso sbieco e beffardo.


    « E’ così che si addomestica un animale selvatico come te. » Gli disse, ghignando appena, notando sul volto di Taka una smorfia per niente convincente. Senza attendere oltre, Gintoki, si cominciò a muovere dentro quel corpo caldo e risucchiante. Le mani ad afferrargli la parte sottostante delle ginocchia, divaricandogli maggiormente le gambe e affondare meglio in quel corpo. Takasugi intanto stringeva forte i denti, soffiando con rabbia tra essi e andando a stritolare con le mani, le coperte del futon, dove era sdraiato. Più le spinte aumentavano, più il dolore si sostituiva al piacere. Più il piacere lo invadeva, più la ragione e la mente si perdevano, andandosi a concentrare invece verso quell’unione carnale, perfetta e avida. Trasalì il suo nome, a voce così bassa da poterlo quasi solo sillabare. Lui lo vide, oh se lo vide…Quelle labbra schiudersi più volte e invocare mute quel nome, il suo nome. E ancora, dentro di lui una molla era scattata, facendogli spingere le ginocchia dell’altro verso il suolo, quasi a voler piegare quel corpo, che ormai stava penetrando sempre di più, andando a colpire quelle fasce di muscoli, che come miniere rivelavano oro puro, paragonato ora solo al piacere più estremo, sia per uno che per l’altro. Le avventò, le violentò con foga, scivolando con la lingua in quella bocca calda e buona. E le mani ne approfittarono, andandosi ad arpionare, quasi disperate a quel volto accaldato, quasi quanto il suo. Un bacio passionale, violento e allo stesso tempo dolce. Si staccarono giusto qualche istante prima di essere entrambi pervasi dall’orgasmo. Si guardarono negli occhi, con intensità, godendo uno dell’espressione eccitata dell’altro, per poi riversarsi l’attimo seguente.




    Accasciati, inermi, stesi su quel letto sfatto e baciati appena da una luna fioca e mezza piena. Nonostante la stanchezza aveva intorpidito quei corpi, gli occhi erano vigili. Fu Takasugi a spezzare quel silenzio, inondato fino a quel momento da stridule e stonate cicale.


    « Hai cambiato profumo. » Gin rimase abbastanza sorpreso, si aspettava di tutto da parte dell’altro, ma non di certo un esclamazione puntigliosa del genere. Sorrise compiaciuto, andando a sistemarsi meglio sopra il corpo disteso dell’altro. Una gamba incastrata in mezzo a quelle nude del terrorista, un braccio steso sulla schiena del tutto fare, e un altro a stringere il corpo magro ma allenato della preda.


    « Mi aveva annoiato l’altro. Non è di tuo gradimento? » Domando quasi con tono malizioso e interessato. L’altro non rispose, chiudendo con un cipiglio di nervosismo gli occhi. Il suo silenzio era un tacito “si”, che non veniva pronunciato per l’orgoglio.


    « Stanotte mi ospiterai. » Figuriamoci se glielo avesse chiesto, come richiedevano le buone maniere. Gin sorrise stancamente, stringendolo appena, strusciandosi di poco sopra quel corpo.


    « Che principessina pretenziosa. » Ci fu una gomitata, seguita dallo spostamento schivo e rapido del corpo di Takasugi di lato. L’albino lo guardò asserito e contrariato, voltandosi a sua volta nella stessa direzione dell’altro, stringendolo così a se. La testa si posizionò nell’incavo del collo, andando a poggiare il mento sopra la spalla liscia e morbida del terrorista e ispirando con piacere quel profumo pungente che emanava solo quel corpo caldo.


    « Diventa pelato, idiota. » Un sorriso divertito, un volto imbronciato come quello di un bambino e un tenero bacio che veniva deposto sulla guancia morbida e scoperta del terrorista.


    « Buona notte anche a te, pazzoide. »








    //Spazio all'immaginazione.

    No beh, mi stavo annoiando in classe e così ne l'ho scritta tutta di getto, spero di non aver commesso errori/orrori madornali e volevo precisare a una persona di mia conoscenza Namita che alla fine l'immagine che avevo trovato, nonché quella di copertina è fattibile e possibile anche per due tipi violenti, come loro~ VENERAMI!

    Detto ciò, spero che a tutti gli altri sia piaciuta. (: A presto~!
     
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