{The boring book~

Final Fantasy VII C.C//R18

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    Rating: Rosso
    Genere: Erotico, Romantico
    Note: Lemon, One-shot, What if?, Yaoi
    Personaggi: Cloud Strife, Zack Fair
    Contesto: Crisis Core


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    {The boring book~





    Il ventaglio si muoveva lento sul volto del ragazzo. L’aria ardente che lo soffocava quasi, mentre il sole ustionava la pelle, troppo chiara per essere esposta a quei raggi rossicci. Lo odiava. Il caldo, l’estate, la sabbia che si intrufolava sempre nel costume troppo stretto una volta andato in acqua, anch’essa odiava. Salata, gelida dopo aver preso il sole bollente. Odiava pure quell’ombrellone, che faceva ombra su uno straccio di terra, dove a regola ti ci potevi “imbucare” per evitare il sole rovente. Si, beh, non serviva a poi molto in realtà. Però tutta quella situazione frustrante l’avrebbe potuta evitare, se solo LUI non lo avesse trascinato lì a son di suppliche. Si era messo in ginocchio, addirittura, davanti a lui e in un primo momento Cloud, aveva pensato a una qualche dichiarazione e invece… tutto ciò che Zack voleva, era andare su quella cazzo di spiaggia, proprio oggi che era festa.


    Erano tornati da una missione giusto la sera precedente, verso le 7:00 di sera, erano stati più di un ora al centro operativo per fare rapporto di tutta la missione a Sephirot, il capo dell’organizzazione. Cloud non credeva che diventare un Soldier di seconda categoria come Zack, sarebbe stato così impegnativo e frustrante. Tutte quelle missioni, talvolta impossibili, erano l’esempio vivente della parola “autolesionismo”. Una scelta personale fatta tempo fa, dalla quale non poteva, ma soprattutto non voleva tornare indietro e cambiare le cose. Alla fine, nonostante tutto, lui era felice di essere lì, di aver fatto quelle scelte e di poter aiutare il paese a mantenere la pace e il benessere tra gli uomini. Certo, erano passati un sacco di anni da quando era entrato come semplice “soldatino”, ancora acerbo, però grazie all’impegno e alla forza di volontà era riuscito ad arrivare a quei livelli. Ma forse, colui che avrebbe dovuto ringraziare era proprio quel ragazzo dai capelli neri e spinosi. Era grazie a lui se era arrivato così lontano. Non che lo avesse agevolato in qualche modo, come se fosse un raccomandato, ma lo aveva sostenuto e appoggiato sempre. Quei sorrisi continui, quelle parole amichevoli, erano così belle per lui, che riuscivano a farlo rasserenare e a renderlo felice. Si sentiva apprezzato, accettato in quel mondo di cui tanto aveva avuto paura e di cui si era sentito escluso per anni. Lo amava. Amava quel ragazzo così bizzarro e impulsivo, così sognatore. Era come un bambino, Zack, sempre con quel sorriso stampato sul volto, sempre con le sue idee folli e infantili, quasi adolescenziali. Non negava quell’amore, non negava niente, Cloud, solo… non sopportava di essere lì, sotto un ombrellone del cazzo che non riusciva nemmeno a coprirlo del tutto, in oltre erano anche le 13:30.


    Bofonchiò qualcosa, quando l’altro cominciò a correre tutto bagnato verso la loro postazione, l’unica in tutta la costa. L’aveva scelta Zack, diceva che non ci andava mai nessuno, se non qualche vecchietto ogni tanto. E sicuramente all’una di pomeriggio non sarebbe mai arrivato nessuno, faceva troppo caldo per uscire di casa, quando li invece, c’era un bellissimo condizionatore a rinfrescarti la pelle grondante di sudore. Era uscito dall’acqua per la terza o la quarta volta, non ricordava bene, o meglio non ci aveva fatto molto caso, visto che era più preso a leggere un libro. Se l’era portato con la consapevolezza di restarsene tutto il tempo sotto l’ombrellone e all’asciutto, con l’intento di evitare nella maniera più assoluta di farsi trascinare dalle idee folli di Zack. Alzò lo sguardo solo quando quest’ultimo lo chiamò per nome a gran voce, agitando sorridente una mano in alto. Cloud lo squadrava con poco interesse, lo stesso con cui si poteva guardare un programma televisivo. C’era poco da dire davanti alla figura scolpita di Zack, non accennò nemmeno un saluto, lo guardava e basta, attendendo che la corsa dell’altro rallentasse, una volta vicino all’ombrellone.


    « Aah, è così fresca!» Commentò il ragazzo, per poi chinarsi e raccogliere da terra il proprio asciugamano, andandosi così a tamponare la pelle bagnata. Andò a strofinare la stoffa anche contro i lunghi capelli scalati e spinosi, che gli cadevano fin sotto le scapole, larghe e protuberanti. Cloud sospirò, distogliendo lo sguardo dal compagno e riportandolo sulle righe del suo libro, nonostante non lo trovasse particolarmente interessante. Lo sguardo color oceano del più grande, si concentrò per qualche istante sul ragazzo disteso sul proprio telo, a pancia in giù, lasciando ben libera la visione della schiena inarcata, mentre il costume metteva in risalto i glutei del giovane. Un sorriso si formò sul suo volto, affascinato da quella figura familiare e attraente ai suoi occhi. Lasciò andare il telo sulla sabbia, non badando affatto che i granellini si sarebbero appiccicati al tessuto bagnato. Con passo veloce ed agile si portò sopra il ragazzo disteso, a gambe divaricate e con delicatezza si sedette sull’altro, che a quel gesto, improvviso, si scompose di poco. Aveva perso il punto, questo si, ma i suoi occhi non avevano distolto lo sguardo da quelle pagine bianche e nere. Si sentì sovrastare dall’altro, le braccia grandi e muscolose, si avvolsero al collo magro e ben fatto di Cloud, abbracciandolo affettuosamente. Il bacino di Zack intanto andava a premere appena sulle natiche coperte del più piccolo, per niente infastidito dalla presenza bagnata dell’altro sopra di se. Il naso, così come il resto del volto di Zack, si andò a strusciare teneramente tra quei capelli biondi, come il colore dell’oro. Lo baciò dolcemente sulla cute, che emanava un odore buono e delicato, per poi avvicinarsi all’orecchio poggiando così il mento sulla spalla forte e larga di Cloud.


    « E’ interessante? » Domandò con voce lieve e bassa, nonostante il timbro fosse profondo e un po’ roco. Lo stesso che aveva un uomo maturo e ormai cresciuto da tempo.


    « Non molto.» Rispose l’altro con tono piatto e un po’ annoiato. Il sorriso di Zack si presentò nuovamente sul suo volto.


    « Allora vieni a fare un bagno. » Disse quasi come se fosse una richiesta, anche se il tono era persuasivo e languido.

    « No. Preferisco leggere. » Rispose nuovamente il giovane, per niente allettato dall’idea di doversi bagnare. Zack storse un po’ il naso a quella risposta.


    « Ma se hai detto che è noioso. » Insistette, andando a stringere maggiormente le braccia intorno al collo e alle spalle di Cloud. Era fresco Zack, ancora parzialmente bagnato, soprattutto i capelli e il costume che si aderiva per bene ai muscoli delle cosce e della natiche. Sentì il volto del ragazzo dai capelli corvini avvicinarsi, sempre più pericolosamente, al suo. Si strusciava piano, cercando di persuaderlo in qualche modo, ma soprattutto con ogni mezzo.


    « Ho detto che non è molto interessante, non che sia noioso. » Lo precisò in fine Cloud, portando una mano a sistemare gli occhiali neri sopra il naso. Sentì Zack sbuffare sonoramente vicino al suo orecchio.


    « Allora facciamo qualcosa insieme. Mi sto annoiando. » Cercò di ribattere il più grande, sperando di avere attenzioni da parte del giovane. Cloud sorrise nel sentire il tono quasi infantile dell’altro. Chiuse il libro, lasciando in mezzo alle pagine il segna libro di carta. Si tolse gli occhiali, che mise insieme al manoscritto dentro lo zaino mezzo aperto. Fece un po’ di peso sull’altro, facendolo alzare appena dal suo corpo. Aveva teso le braccia, facendo premere bene i palmi delle mani sulla sabbia. Intanto, Cloud, sotto di lui, si voltò, portandosi così a pancia in su, incrociando finalmente il suo sguardo chiaro e intenso con quello color oceano dell’altro. Quando Cloud trovò una buona posizione, poggiando la testa sul telo e divaricando le gambe per accogliere l’altro, Zack si riabbassò facendo scivolare le mani tra i suoi capelli asciutti e setosi, l’esatto opposto dei suoi: bagnati e ispidi. Gocciolavano appena, andando a bagnare il telo nero sotto di loro e in parte, il volto delicato e bello di Cloud. Sorrise, quest’ultimo, mentre anche le sue mani si avvicinavano al corpo del più grande.


    « E cosa vuoi fare? » Gli chiese curioso, mentre andava ad accarezzare le spalle fresche e risalire piano piano il collo largo e liscio.


    « Uhm…ci sono tante cose che vorrei fare in questo momento… » Rispose con tono roco, associandoci uno sguardo malizioso e languido. Anche sul volto del più giovane si dipinse un sorriso, divertito, quasi lusingato e interessato alle parole dell’altro, cariche di iniziativa. La distanza tra i due corpi si azzerò, quando Zack si chinò piano su di lui, lasciando che quei capelli indomabili andassero a oscurare i loro volti. Le labbra morbide ed umide di Zack, si posarono quasi caldamente e con premura su quelle lisce e asciutte dell’altro, anch’esse ardenti e piene di desiderio. Quel contatto, come una reazione chimica gli fece esplodere il cuore. Entrambi erano vittime di quell’amore selvaggio, pigro, vorace, lottato, consumato. E nessuno avrebbe potuto fermare quei forti sentimenti, che dentro di loro, dentro quei petti scolpiti e levigati, si espandevano fino a scoppiare. Lacerante quasi, il dolore provato durante i periodi difficili, durante le battaglie sudate, affrontate in quegli anni, e il sollievo che ancora più ardente della rottura, alleviava ogni cosa, rendendola più viva di prima. Ci fu uno scambio di baci, di morsi delicati, di premure da parte di lingue esploratrici e bramose di attenzioni e di piacere. Cloud sentiva sulla pelle i capelli che come filamenti si strusciavano piano sulla pelle asciutta, causando delle piccole scosse di piacere e di freddo. Brividi che lo percorrevano per tutto il corpo, sentendo il ragazzo più grande premere contro di lui e aumentare quel contatto di corpi, inumidendo così il più giovane. Non importava, a Cloud, se quel contatto freddo e bagnato, si andava a scaldare sulla sua pelle calda e asciutta, causando quella strana sensazione che si ha durante lo sbalzo di temperatura. Era piacevole. Sensuale quasi, quel movimento che Zack faceva su di lui, strusciandosi appena sul suo corpo e accarezzando nel mentre i filamenti color grano che adornavano quel volto perfetto e dolce. Anche le mani di Cloud erano impegnate a tastare quel corpo e sentire la compostezza, la forma, la sodezza dei muscoli. Le dita affusolate, scivolavano lentamente sull’addome e sul petto, andando a fare su essa una leggera pressione. Ciò causava al corpo del più grande una sensazione piacevole, che si andava a incrementare al basso ventre, fino a lanciare pulsazioni veloci al membro ancora bagnato e molle.


    « Cloud.. » Mugolò appena, per poi scendere a baciare il mento e a seguire scivolare lentamente, con la lingua sul collo, tracciando quella linea immaginaria che lasciava spazio solo alla più remota immaginazione. Sul volto del giovane ragazzo dai capelli dorati si dipinse un sorriso di piacere e di divertimento al tempo stesso.


    « E adesso, cos’è che vorresti fare? » Lo provocò con voce calda e soffusa. Zack sorrise sul collo dell’altro, risalendo velocemente verso l’alto, incanalando il proprio sguardo con quello del compagno.


    « La stessa cosa che vuoi fare tu, no? »


    « E cosa voglio fare io? » Domando con sguardo vago e lasciandosi sfuggire un sorriso malandrino e sghembo. Zack sorrise a sua volta, scendendo a seguire sulle labbra dell’amante e lasciando che tutta la malizia gli invadesse lo sguardo, ancora concentrato su quello di Cloud.


    « Perché non me lo dici te, che cosa vuoi fare? » La lingua saettò sulle labbra del più giovane, leccandole con bramosia e lussuria. Cloud non rispose, rimasse in silenzio ascoltando il rumore delle onde che si infrangevano sulla sabbia e sugli scogli. Lo sbattimento continuo dell’oceano, lo fecero evadere da quel caldo, rendendolo più leggero e più fresco di prima. In realtà quella sensazione era dovuta al corpo sdraiato sopra di lui, ancora umido e parzialmente bagnato.

    Ci furono mani, lingue calde, ci furono corpi, fruscii veloci di indumenti che venivano tolti liberando la pelle tesa. Un marchio sul collo, uno sulla spalla e un altro ancora sul ventre. La carne che veniva premuta, martoriata, marchiata, posseduta. Si poteva sentire ancora l’umidità sulla pelle, segno che delle labbra avevano segnato il loro passaggio. Zack lo aveva sollevato per le natiche, aprendo a ventosa quelle mani, esattamente su entrambi i glutei, sodi e soffici al tempo stesso. Era morbido, Cloud ma non come una ragazza o un corpo femminile in generale. L’odore di quel piccolo ma non del tutto, sviluppato uomo, si poteva sentire chiaramente. Tutto di Cloud gli faceva venire in mente la mascolinità, l’essere animale, rude ma sofisticato. Le labbra del più grande stavano baciando con bramosia l’interno coscia di una gamba piegata del più piccolo, ancora steso sotto di lui. C’erano ansiti, non gemiti, ma respiri irregolari, scostanti e alti. Il petto che si alzava e abbassava subito dopo. Le mani invece frenetiche, a raspare in quella sabbia da una parte bollente e dall’altra fredda, le altre a stuzzicare l’entrata stretta e risucchiante di Cloud. Solo quando un dito, uno dei due che lo stava penetrando lento e deciso, colpì un fascio di nervi particolare, la voce profonda e acuta si proferì in quel pezzo di spiaggia semi desertica. Zack sorrise, mordendo la coscia tremante dal piacere, dell’altro. Cloud strinse gli occhi, portando una mano a stringere i filamenti scuri del più grande invocando silenziosamente di continuare. Lo penetrò nuovamente, tentando di spingere più affondo e scavare in quel corpo un entrata più comoda. Solo quando i gemiti dell’altro, sembrarono essere fin troppo alti per così “poco”, Zack fece uscire le dita, risalendo velocemente sopra il corpo sdraiato del più piccolo. Si guardarono, ben consapevoli del dopo. Ci fu un bacio avido e veloce, che fece guadagnare tempo al moro, che andò a lubrificarsi il membro, afferrando velocemente la crema solare, che sgusciava dallo zaino aperto di Cloud. Lo afferrò con forza per i capelli corvini, intimandolo a sbrigarsi, dato il dolore che stava provando la sotto per l’ovvia insoddisfazione. Si baciarono ancora, le lingue a riempire l’una la bocca dell’altro. Avido, Cloud divaricò maggiormente le gambe, ormai pronto ad accoglierlo. Zack, invece, aveva stappato il barattolo lungo, facendo scivolare la crema tra le sue mani, che andarono subito a spalmare il liquido freddo su tutto il membro bollente e turgido, frizionandolo velocemente. La boccia venne abbandonata sulla sabbia, lasciando che silenziosi, i piccoli puntini roventi e dorati si attaccassero al tappo, lasciato aperto per la fretta. Si avvicinò infine all’entrata, scostandosi così dalle labbra languide dell’amante e con una mano aiutarsi a entrare in lui, mentre l’altra lo sosteneva sopra quel corpo nudo ed eccitato. Scivolò dentro con decisione, nonostante il gesto parve più dolce che famelico, facendo sfuggire un forte e tremante gemito da quelle labbra, bagnate e rosse per i troppi baci, del più giovane. Le mani di Cloud, come ancore, si attaccarono disperatamente alla sua terra, e piano piano il suo corpo cominciò ad assecondare le spinte sempre più profonde e ritmiche di Zack


    « Zaack! » Lo chiamò, quasi come un incitazione, ma che in realtà voleva solo richiamare l’attenzione del ragazzo dai capelli corvini e ispidi, ormai quasi asciutti. Il volto di Zack si ritrovò faccia a faccia con quello di Cloud, scontrandosi ancora una volta con quegli occhi chiari e limpidi come il cielo. Erano umidi , quasi si intravedeva quell’aureola rossa a circondare come una corona, tutto quell’azzurro devastante. Lo guardava, mentre le spinte continuavano, lanciando scariche di piacere ad entrambi, ormai quasi al culmine di quelle emozioni che li stava invadendo. Sorrise, chinandosi su quel volto, mentre le mani accanto a quella chioma lo sostenevano, aiutandolo nel movimento continuo del bacino, incitato anche dalle gambe legate di Cloud dietro la sua schiena, che andavano a rendere più stretto quell’anello di muscoli. E Zack godeva. Sentiva il membro strinto in quel corpo, sentiva la pelle essere come divorata dal troppo piacere dell’altro, che faceva uscire di testa anche lui, portandolo sempre più vicino all’imminente orgasmo.


    « Ti amo. » Gli sussurrò sulle labbra consumate, prima di riempire ancora quella bocca calda e buona.




    -Amami, perché il tuo amore vale più di mille piaceri carnali.

    -Amami, perché il tuo sentimento si riversi dentro la mia anima, inondandomi di ricchezza.

    -Amami, perché il mio cuore è avvinghiato al tuo e quando esso cesserà di battere, anche il mio troverà pace.






    Si ritrovarono sfatti, stanchi e accaldati, uno sopra l’altro cercando di ritrovare un ritmo regolare. Non c’era altro rumore che quello del mare, che perpetuo sbatteva alle loro spalle. Fu Cloud a muoversi per primo sotto quel corpo caldo e sudato.


    « Sei bollente. » Dichiarò, tentando di scrollarselo di dosso, mentre Zack si strinse a lui, facendo strusciare la propria pelle con quella nuda dell’altro.


    « Mmmh… » Mugolò il più grande, andando a premere le labbra sul collo invitante e tiepido. Cloud sospirò piano, portando le braccia a stringere a sua volta quel corpo grande che lo sovrastava. Si era arreso alle sue attenzioni, lasciando che lo coccolasse dolcemente, andando anche a ricambiare i suoi gesti.



    « Facciamo il bagno. » Cosa spinse Cloud a pronunciare quelle parole, probabilmente non lo sapeva neanche lui. Forse era stato il caldo atroce, l’aria marina che gli aveva confuso le idee, forse il sole che lentamente si era spostato, colpendo la sua tenera e soffice testolina gialla. Oppure, era stato quello sguardo profondo e dolce, che si era posato su di lui, facendogli sfuggire un lieve sorriso. Zack, dal canto suo aveva sorriso gioioso, nonostante lo stupore iniziale. Si alzarono velocemente, indossando senza troppa fretta i costumi, da prima abbandonati per terra. Si avvicinarono in fine alla riva, andando a sommergere i piedi nell’acqua fresca e salata. Zack si voltò verso il compagno, camminando velocemente più avanti, fermandosi e sorridendogli nuovamente, prima di andare a schizzarlo con l’acqua marina.


    « Visto che era noioso quel libro. »






    //Spazio all'immaginazione.

    Alè! finalmente dopo mesi e mesi che avevo messo questa fiction in quarantena per la poca voglia di stare a correggerla alla fine mi sono decisa di affrontare la grande battaglia! Insomma, dovrei aver spazzato via il maggior numero di errori possibile e se non sono tutti mi spiace ma comprendete la mia poca voglia di leggere accuratamente ogni singola cosa che scrivo. Lo trovo noioso, estremamente noioso e per questo la maggior parte delle volte non le rileggo nemmeno è già tanto se lo faccio una volta T.T (sisi sono una pigra del caiser, mi assumo tutte le mie responsabilità).

    Ma comunque, volevo postarla perché ci tenevo molto a questa storia, o meglio tengo tantissimo ai personaggi, che spero di non aver reso OOC °-° in quel caso, vi prego di farmelo sapere, che se troverò motivazioni valide andrò subito a cambiare~! La storia l'ho scritta a pezzi, insomma non tutta di getto come invece sono solita fare, questo perché l'ho fatto durante più lezioni e dato che è uscita piuttosto lunga per essere una one-shot (anche se è vero ce ne sono di moooolte più lunghe). Quindi, fa caldo, e come è andato in pappa a loro il cervello, c'è andato anche a me. Spero che a qualcuno abbia gradito e spero anche di ricevere qualche recensione, giusto per sapere se sono solo io quella malata mentale che li vede insieme o no.

    Detto questo vi lascio alla vostra vita piena di impegni~ (lol)


    Ps: spero che anche l'immagine che ho graficato vi sia piaciuta 8D


    See ya~!
     
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